Recensione: La fioraia del Giambellino - Rosa Teruzzi

by - maggio 22, 2017

Buongiorno lettori!
Facciamo l'appello: quanti sono i sopravvissuti al Salone del Libro di Torino? Quanti oggi sono ancora là (occhio che non vi chiudano dentro eh)? Lo so, bella esperienza, ma è anche ora di tornare alla realtà, quindi rimettete i piedini per terra insieme a noi comuni mortali che di Torino manco l'aria abbiamo sentito e vediamo di riprendere le fila del discorso. 
Come si sa, da che mondo è mondo, maggio è un mese di grandi uscite. Settimana scorsa insieme a Laura abbiamo parlato dell'ultimo libro di Alice Basso (persa recensione? Eh vedete che succede a stare con la testa tra le nuvole piemontesi? Che poi manco un gianduiotto mi avete portato... ma io sono buona e vi lascio QUI il link al post) e oggi invece vi parlo del nuovo libro di Rosa Teruzzi, uscito sempre il 18 maggio per Sonzogno (che ringrazio per la copia) e dal titolo La fioraia del Giambellino

La fioraia del Giambellino
di Rosa Teruzzi
Sonzogno | Romanzi | 176 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €14,00
18 maggio 2017 | scheda Sonzogno

Trama
Avvicinandosi il tanto atteso giorno delle nozze, Manuela, ragazza milanese romantica e un po’ all’antica, sogna di realizzare il suo desiderio più grande: essere accompagnata all’altare dal padre. Il problema è che lei quel genitore non l’ha mai conosciuto e non sa chi sia. È un segreto che sua madre ha gelosamente custodito, e che per nulla al mondo accetterebbe di rivelare. Stanca delle continue liti in famiglia per ottenere la confessione cui tanto tiene, a Manuela non resta che cercare aiuto altrove. Così bussa alla porta del vecchio casello ferroviario, dove abitano tre donne assai originali, sulle quali ha letto qualcosa in una pagina di cronaca nera: la poliziotta Vittoria, tosta e non proprio un modello di simpatia, sua madre Libera, fioraia con il pallino dell’investigazione, e la nonna Iole, eccentrica insegnante di yoga, femminista e post hippie. Sono tre donne diversissime, spesso litigiose, con il talento di mettersi nei guai ficcando il naso nelle faccende altrui. Saranno proprio loro, dopo le iniziali esitazioni, ad andare alla ricerca del misterioso padre. Le tracce, come in una caccia al tesoro di crescente suspense, le condurranno in giro per Milano e nei paesini della Brianza, a rivangare l’oscuro passato della madre di Manuela, custodito nei ricordi e nelle omertà di chi l’ha conosciuta da giovane. E a mano a mano che si avvicineranno alla soluzione del caso, si troveranno di fronte al dilemma: rivelare la scabrosa verità, oppure no?

Le donne scomparse di solito non abitano felici in Australia, con un nuovo marito e tanti bei marmocchi.
Piove ancora nella Milano estiva che Rosa Teruzzi ci racconta nel suo nuovo libro, una città svuotata dalle feste ferragostane ma che si incaponisce a non essere propriamente estiva. A darci il benvenuto sono nuovamente Libera, Iole e Vittoria e il casello ferroviario che è la loro casa. Passata la confusione dovuta al finale della storia narrata nel primo libro, la vita di Libera naviga ancora nel dubbio e nell'incertezza dovuti ad un bigliettino ritrovato nella camicia del marito assassinato anni prima  ma anche al comportamento della figlia Vittoria che chiaramente sta nascondendo qualcosa. A distrarre la fioraia arriva una nuova indagine che le viene commissionata da una delle sue spose, Manuela, che vuole ritrovare quel padre che non ha mai conosciuto e che la madre si è sempre intestardita a non volere neanche nominare.

Che bello ritrovare Iole e Libera! Avendo letto il primo libro ad aprile non ho dovuto aspettare tantissimo per ributtarmi in una nuova indagine dello strano duo, ma so già che aspettare il terzo sarà una lunga e frustrante attesa. In fondo è sempre così che accade quando una storia ti piace e ti coinvolge e quando le sue protagoniste ti sono così simpatiche che ti piacerebbe tanto poterle veramente incontrare.
In questa seconda indagine Libera è ovviamente un po' restia a buttarsi. Vuoi i rischi corsi poche settimane prima, vuoi i rapporti affatto tranquilli con la figlia Vittoria, vuoi i pensieri di natura personale che le frullano nella sua bella testa rossa, sta di fatto che Libera inizialmente non ne vuole sapere. Chi la spingerà ad aiutare Manuela? Iole ovviamente, la madre che ha un brutto rapporto con la biancheria intima e che non perde occasione per immischiarsi nella vita privata della figlia e darle quel pizzichino di pepe in più.
Il giallo a cui dovranno trovare una risposta è di quelli che ti afferra e ti trascina, che ti fa fare mille ipotesi, sospettare di tutti (postino compreso.. ) e poi sussultare all'amara scoperta. Mi sono confrontata con le altre, Laura, Stefania e Chiara, sul finale di questo libro (si insomma, noi sminchioneggiamo tanto, tra chat e telefonate, ma ogni tanto diciamo anche cose serie): chi aveva capito tutto? Beh, qualcuna si, qualcuna (una... ma non vi dico chi!) no. Io avevo pensato a questa soluzione del caso, però poi l'avevo scartata, non so, mi sembrava troppo terribile, troppo atroce...e invece sono stata smentita sul più bello da quella parte oscura insita nell'essere umano.
Ma oltre all'indagine relativa al padre di Manuela, in questo secondo libro Rosa ci fa scoprire qualcosa di più anche sulla morte di Saverio e soprattutto apre tante piste investigative, nonché dubbi nel lettore: cosa succederà? Si scoprirà cosa è veramente successo quel 25 ottobre in quel garage? Insomma Rosa Teruzzi si diverte a lasciarci appesi, a chiudere i suoi libri con una frase che ti fa urlare perchè la pagina successiva è dolorosamente bianca. Eh si, perchè tu vorresti sapere tutto, ma soprattutto vorresti aiutare Libera a chiudere con il passato e magari a buttarsi in un futuro più roseo. E le altre? Beh, Iole mi sa tanto di tipino che non abbia problemi nella ricerca della felicità (ahhhh se si diverte la cara Iole! Ma occhio a non lasciare cellulari in giro in sua presenza... fidatevi). E Vittoria? Vittoria sicuramente è il personaggio più ostico del racconto, in entrambi i libri. E sono sempre più convinta che ci sia un perchè, che l'autrice abbia creato apposta un personaggio così scontroso e chiuso, un po' per fare da pendant a Iole, un po' per bussare sulla spalla del lettore e sussurrargli all'orecchio che la storia non è ancora chiusa  e che c'è molto altro da scoprire.

In conclusione, anche il secondo libro mi è piaciuto, tantissimo, un'indagine ben costruita ma soprattutto un intreccio di fili narrativi concepito egregiamente, che ti fa saltellare da un mistero all'altro senza farti perdere, accompagnata per mano da Libera, dalla sua dolcezza. Un romanzo non urlato, un giallo bello, ambientato in una città grigia e piovosa ma che invece mostra inaspettate pennellate di colore.

Alla prossima



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4 comments

  1. Ciao Eliza, sono curiosa di leggere i romanzi di Rosa Teruzzi perchè ne sento sempre parlare bene: la trama, poi, mi sembra davvero accattivante! Buona giornata :-)

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    1. Dai veramente un'occasione ai libri di Rosa, non te ne pentirai! 😉

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  2. mmmmmmmmmmmmm queste recensione mi ha messo una curiosità infinita! devo assolutamente recuperare il libro anche se sono sommersa di prestiti bibliotecari :D che dici ce la farò?

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  3. Mi avete fatto fare proprio una bella scoperta, pur non essendo il mio genere! Spero di leggerlo per il club della libridinosa entro il31!

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