Recensione: Eredità. Una storia della mia famiglia tra l'Impero e il fascismo - Lilli Gruber

by - dicembre 22, 2012

Buon sabato a tutti!
Questa sera torno da voi, in barba ai Maya e alla fine del mondo, per parlarvi di un libro molto bello e cioè Eredità. Una storia della mia famiglia tra l'Impero e il fascismo di Lilli Gruber.


Eredità. Una storia della mia 
famiglia tra L'Impero e 
il fascismo
di Lilli Gruber
ed. Rizzoli
pp. 350
€ 18,50
Trama
È il novembre del 1918, e il mondo di Rosa Tiefenthaler è andato in frantumi. L’Impero austroungarico in cui è nata e vissuta non esiste più: con poche righe su un Trattato di pace la sua terra, il Sudtirolo, è passata all’Italia. “Il nostro cuore e la nostra mente rimarranno tedeschi in eterno”, scrive Rosa sul suo diario. Colta e libera per il suo tempo, lo tiene da quasi vent’anni, dal giorno del suo matrimonio con l’amato Jakob. Mai avrebbe pensato di riversare nelle sue pagine una così brutale lacerazione. Ne seguiranno molte altre. In pochi anni l’avvento del fascismo cambia il suo destino. Cominciano le persecuzioni per lei e per la sua famiglia, colpevoli di voler difendere la loro lingua e la loro identità: saranno arrestati, incarcerati, mandati al confino. E Rosa assiste impotente al naufragio di tutte le sue certezze. Intorno a lei, troppi si lasciano sedurre da un sogno pericoloso che si sta affacciando sulla scena europea: quello della Germania nazista. Non potrà impedire che Hella, la figlia minore, sia presa nel vortice dell’ideologia fatale di Hitler. E presto dovrà affrontare la scelta impossibile tra l’oppressione e l’esilio. Nata austriaca, vissuta sotto l’Italia, morta all’ombra del Reich, Rosa è il simbolo dei tormenti di una terra di confine. Su quella frontiera è cresciuta Lilli Gruber, sua bisnipote, che oggi attinge alle parole del suo diario. E racconta una pagina di storia personale e collettiva in questo libro appassionato, teso sul filo del ricordo, illuminato da una felice vena narrativa. Intrecciando testimonianze e documenti, lettere e memorie, apre ai lettori le porte di un Sudtirolo dilaniato e splendido, dietro cui si stagliano un’Italia presa nella morsa della dittatura e un’Europa travolta dall’incubo delle guerre mondiali.


Recensione
Ho scoperto l'esistenza di questo libro quando Lilli Gruber l'ha presentato a Che tempo che fa. Incuriosita e attratta dall'argomento (amo la storia, in tutte le sue sfumature) sono andata in libreria a prenderlo e non sono rimasta delusa. 
In primo luogo è una storia tutta al femminile; le protagoniste sono donne forti, che nel loro quotidiano fanno la Storia, con la S grande. 
Il libro inizia attingendo dal diario della bisnonna dell'autrice, quando da giovane va a gestire una delle proprietà di famiglia a Pinzon e prosegue attraverso il matrimonio con l'amato Jacob, la nascita dei figli. E' la vita di una donna agiata certo, ma semplice, basata sui valori di una volta. Ma da questa vita quotidiana presto lo sguardo si allarga fino a portare sulla scena la gente del Sudtirolo, in un momento molto difficile. Siamo, infatti, nel novembre 1918, la Prima Guerra Mondiale, che ha distrutto l'Europa, è appena finita, ma in queste terre di montagna la devastazione non è finita. L'Impero austroungarico sconfitto viene smembrato e il Sudtirolo, da sempre germanofono, viene annesso al Regno di Italia. Dall'oggi al domani questo popolo si trova straniero in casa propria. L'avvento del fascismo poi peggiora la situazione cercando di italianizzare una popolazione che italiana non è e non vuole esserlo: vengono italianizzati i nomi dei luoghi e i cognomi delle famiglie, ai bambini non viene più insegnato il tedesco ma solo l'italiano, si cerca cioè di cancellare una cultura. Rosa e la sua famiglia vivono tutto questo, cercando di mantenere viva la propria storia e le proprie tradizioni.
E' un libro che devo dire mi ha toccato molto, soprattutto perchè racconta la storia da un punto di vista molto particolare; la presenza austriaca nel nord d'Italia è sempre letta, soprattutto nei libri di scuola, come un'occupazione e, di conseguenza, l'annessione all'Italia come una liberazione. Ebbene, non avevo mai riflettuto sul fatto che tutto ciò in parte è vero, in parte no. E forse è questo uno degli aspetti che più mi è piaciuto, cioè l'aver offerto al lettore delle chiavi di lettura diverse di fatti storici di tale portata. 
Inoltre mi ha fatto riflettere anche su un altro aspetto piuttosto spinoso, e cioè l'avvento del fascismo e del nazionalsocialismo tedesco. Mi riferisco in particolare a Hella, figlia minore di Rosa e Jacob, che, cercando una via per la libertà della sua famiglia  e della sua terra, riversa tutte le sue speranze nell'intervento di Hitler. Cosa doveva rappresentare quello che non era altro che un dittatore per una giovane di 20 anni costretta a cambiare la propria cultura, il proprio nome, se stessa? Credo che la Gruber stessa giudichi nel modo migliore questa sua parente...
Hella non seguì una via obbligata, resa inevitabile dalle persecuzioni, dall'epoca, dall'età che aveva. Fece una vera e propria scelta di campo. L'eroica insegnante delle catacombe dei racconti familiari era parte di un gruppo che esponeva svastiche, si richiamava al Fuhrer tedesco e aveva l'obiettivo programmatico di entrare a far parte del Reich. Lo stesso Reich che già si sbarrazzava degli avversari politici. Un errore del genere è comprensibile, ma non giustificabile.
Il racconto è bello, scorrevole, con quel pizzico di fiction che rende ancora più integrante il tutto. 

Voto...




Alla prossima
Eliza


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4 comments

  1. Ciao Eliza,
    una recensione davvero bella... che fa riflettere su molti spunti credo proprio che comprerò il libro mi ha affascinato fin da quando l'ho visto la prima volta sul tuo blog a volte pensiamo che su una fetta del nostro passato sia stato detto tutto e invece le sfaccettature sono innumerevoli...

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    Risposte
    1. Assolutamente vero! Storia non è mai unilaterale, anche se spesso ci viene presentata così!
      Grazie mille, fammi sapere, una volta letto, cose ne pensi!
      Eliza

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  2. Recensione di cui condivido ogni parola: ho scritto più o meno le stesse cose nella mia! passa da me, se ti va. Io ti seguo!

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