Recensione: Non ho voglia del destino - Luca Romani

by - dicembre 04, 2015

Buona sera amici lettori!
Sto finalmente un po' meglio e sto cercando di recuperare tutto quello che ho lasciato un po' indietro! Quindi perdonate la poca presenza qui in giro... Non volevo però perdermi l'occasione di proporvi la recensione dell'ultimo libro letto nel mese di Novembre! Il libro di cui vi parlerò è Non ho voglia del destino di Luca Romani, che ringrazio per avermi contattata  per avermi inviato copia del romanzo!


Titolo: Non ho voglia del destino
Autore: Luca Romani
Editore: Leucotea
Pagine: 138
Ebook: € 
Cartaceo: € 12,90
Data di pubblicazione:  2014


TRAMA

  E se vivessimo sempre la stessa vita ma in luoghi e tempi diversi? Se le nostre azioni e il nostro libero arbitrio ci facessero variare il percorso, ma la strada maestra fosse già tracciata? Il romanzo tratta le vicende di Joyce Conforti, un ragazzo italiano di trentadue anni. Il protagonista ritrova in soffitta uno strano manoscritto che, si scoprirà, descrive in forma di diario le vicende di tre uomini vissuti in epoche e tempi diversi: Modou in Uganda durante la dittatura di Idi Amin Dada, Baktash a Teheran negli anni '50 e Miguel nei primi anni del '900 in Messico. Joyce si interessa al manoscritto e, con l'aiuto del suo amico Paolo e del bibliotecario Ennio, comincia ad indagare; inizia, però, ad avere delle allucinazioni, dei flash che lo portano in luoghi in cui non era mai stato, vivendo delle esperienze extracorporee. Quando le visioni si fanno più frequenti e la salute psichica del protagonista inizia a vacillare, decidono di intraprendere un viaggio nei luoghi descritti.



Quando l'autore mi ha proposto questo libro la trama, coi suoi salti nel tempo e nello spazio e lo stratagemma del manoscritto ritrovato (un classico della letteratura ma che ha sempre il suo fascino) mi aveva molto incuriosita. Mi sembrava una bella idea, anche perché non usava dei luoghi o dei momenti storici visti e rivisti, ma situazioni molto particolari come l'Uganda degli anni 70 o l'Iran degli anni 50. Devo dire che però in parte sono rimasta un po' delusa.  Dico in parte perché tutta la prima metà del romanzo mi è piaciuta, i pochi dettagli tengono viva la curiosità e si entra presto in empatia col protagonista. La sua confusione diventa la nostra e con lui cerchiamo di sbrogliare il bandalo della matassa. Joyce è un protagonista positivo e propositivo, che non si limita ad agire ma che vive le sue avventure a tutto tondo. La sua diventa una vera e propria indagine con obiettivo la salvaguardia della sua stessa vita.
La seconda parte del romanzo è quello che mi è piaciuta meno soprattutto per il finale francamente poco accattivante e in qualche modo già visto. Una volta capito dove la storia andasse a parare l'entusiasmo iniziale si è smorzato. Mi aspettavo un'idea sconvolgente e strabiliante, come un po' era stato l'inizio di questo libro e invece.. niente! Ovviamente non entrerò nei dettagli, ma la soluzione finale non mi ha dato quel qualcosa in più che mi aspettavo.
Il libro è scritto bene anche se alcuni punti stentano un po' più di altri, diventando quindi meno fluidi, e i momenti di "spiegazione" sono forse troppo didascalici e si dilungano un po' troppo dando quindi una sorta di frenata all'intero romanzo.
In conclusione, l'idea iniziale mi è piaciuta e attratta, l'ho trovata curiosa e soprattutto molto particolare, tuttavia la sua messa in opera non mi ha così convinto.

Giudizio

Voto


Alla prossima



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3 comments

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