Recensione: Il sigillo di Aniox. La Rosa di Gerico - Chiara De Martin

by - dicembre 27, 2015

Buona domenica amici lettori!
Siete sopravvissuti ai pranzi e alle cene natalizie? Ora qualche giorno di pausa e poi si riprende con Capodanno. Io se vedo un'altra teglia di cannelloni muoio! E i regali? Vi è arrivato qualcosa di interessante? Io soldi (e già sto preparando un ordine su Mondadori), libri e il box per vedere Sky in camera (telefilm sempre e comunque!).
Prima di spiaggiarmi davanti alla tv (una volta tanto ci sta) vi lascio con la recensione di Il sigillo di Aniox. La Rosa di Gerico di Chiara De Martin.
 

Titolo: La Rosa di Gerico
Serie: Il sigillo di Aniox #3
Autore: Chiara De Martin
Editore: Piazza Editore
Pagine: 316
Cartaceo: € 15,00
Data di pubblicazione: 4 maggio 2015
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TRAMA

Dopo aver lasciato il Leheda attraversando un portale, Rut, Jack, Agata e Roy, i Figli di Aniox, si trovano sulle montagne al confine del Regno. Innanzi e tutto attorno a loro si estendono picchi rocciosi, ostili, apparentemente privi di qualsiasi forma di vita. Tuttavia, tutti sanno qual è il loro compito: devono trovare l’amuleto creato dagli Antichi Fondatori e abbandonato nel castello dove fu forgiato, nel Centro del Mondo, per sconfiggere il Destinato e liberare la dimensione dal suo giogo. Senza alcun tipo di mappa, solo Rut li può guidare verso la meta, seguendo i sogni che tormentano le sue notti. Ma il percorso è lungo e non certo privo di pericoli. Il Destinato li sta cercando e Rut sa, come lo sanno tutti, che se Sean può rintracciarli, allora può arrivare anche al Centro del Mondo e all’amuleto. E anche se essi riusciranno alla fine a raggiungere il castello di Aniox e a vedere il suo Sigillo, qualcuno li aspetta nei sotterranei della fortezza, e non tutto potrebbe andare come previsto. Dopotutto, Rut non ha mai dimenticato che su di loro incombe anche una profezia di morte… 



Dopo un annetto circa torno nel mondo creato da Chiara. Siamo oramai arrivati al capitolo conclusivo di questa trilogia che vede come protagonista Rut, un ragazza normale che si scopre principessa di un mondo lontano minacciato dal Destinato, al secolo Sean, che vuole tutto sotto il proprio controllo (comunque vi lascio QUI la recensione del primo libro e QUI quella del secondo).
Come nel secondo libro, anche questa terza avventura si apre là dove avevamo lasciato i protagonisti, quindi al freddo! Rut, Jack Agata e Roy sono infatti in viaggio oltre ad un portale alla ricerca dell'unico oggetto che potrà fermare il Destinato, cioè la Rosa di Gerico. Il libro per buona parte è infatti un lungo viaggio, un viaggio con una meta ma non con un vero percorso. Infatti i Figli di Aniox non sanno la strada che devono percorrere e si basano unicamente sull'istinto della stessa Rut, l'unica che "sente" il richiamo di questo magico oggetto. Con questa trilogia entriamo in un fantasy classico e quindi, dal punto di vista della storia, non abbiamo tante sorprese, ritroviamo tutti gli elementi classici che ci aspettiamo ed essendo un terzo libro abbiamo già qualche punto fermo. Facendo una valutazione complessiva della trilogia devo dire che questo si posiziona dopo il secondo volume. L'inizio è un po' lento ma ha il grande pregio di farci ritrovare i personaggi e di proporceli ancora una volta in tutte le loro sfumature. Il finale invece devo dire che nella sua classicità mi è piaciuto ma poteva dare qualcosina di più, essere un po' più scoppiettante.
Quello che mi colpisce sempre nei libri di Chiara sono i personaggi, ben descritti, ricchi dal punto di vista emotivo e caratteriale, personaggi che pensano, fanno, sbagliano, rimurginano, tornano sui propri passi. Insomma personaggi attivi e, seppur calati in un'ambientazione fantasiosa popolata da draghi e magia, concreti e reali. Rut e Jack in particolare pur nella loro eccezionalità hanno un classico rapporto adolescenziale, fatto di amicizia, incomprensioni, litigi e amore. Il mio personaggio preferito è stato Jack proprio per la sua "crisi" emotiva, quasi esistenziale, nel rapporto con la principessa.
Inoltre i personaggi sono veramente tanti e nonostante questo l'autrice riesce a gestirli bene, li utilizza bene nel racconto e da a tutti un ruolo e un senso. L'unica pecca per quanto mi riguarda è l'uscita di scena di Roy passata un po' in sordina, ma insomma niente di che.
Durante la recensione del primo libro avevo sottolineato come le tante divagazioni rendessero il racconto un po' slegato. Ebbene questa pecca stilistica mi è sembrata del tutto superata. Il racconto infatti risulta molto omogeneo e coeso, come dicevo un po' lento inizialmente, lentezza accentuata dalle descrizioni, ma comunque accattivante e ben realizzato.
Questa è una bella trilogia, che mi sento di consigliare a chi, ovviamente, ama il fantasy, perché anche se abbastanza tipica è ben confezionata e ha dei personaggi veramente ben realizzati, che ti restano in mente.

Voto

Alla prossima



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3 comments

  1. Mi piace moltissimo la tua recensione Silla trilogia, appena riesco la voglio leggere e dirti cosa ne penso.

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