Recensione: Il rumore della pioggia - Gigi Paoli

by - ottobre 27, 2016

Buon pomeriggio lettori,
prima di tutto: tutto ok? So che ieri sera è stata tanta la paura e anche in queste ore non è da meno. 
Oggi pomeriggio torno da voi con la recensione di un bel noir edito da Giunti Editore, Il rumore della pioggia di Gigi Paoli.



Il rumore della pioggia
di Gigi Paoli
Giunti | M | 288 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €15,00
5 ottobre 2016

Trama. Sono ormai alcuni giorni che Firenze è sferzata da una pioggia battente e, come se non bastasse, la visita del presidente israeliano ha completamente paralizzato la città. Carlo Alberto Marchi è intrappolato nella sua auto che da casa lo porta al Palazzo di Giustizia, quando apprende una notizia davvero ghiotta per un cronista di giudiziaria a corto di esclusive: all'alba, in un antico palazzo di via Maggio, la prestigiosa strada degli antiquari, viene trovato morto con ventitré coltellate l'anziano commesso del negozio di antichità religiose più rinomato di Firenze. Un caso molto interessante anche perché il palazzo è di proprietà della Curia e sopra al negozio ha sede l'Economato. Marchi si mette come un mastino alle calcagna dei magistrati nella speranza di tirar fuori uno scoop e chiudere finalmente la bocca al direttore del Nuovo Giornale. Sempre correndo come un pazzo, intendiamoci, perché a casa c'è Donata, la figlia di dieci anni che inizia a lanciare i primi segnali di un'adolescenza decisamente in anticipo. Ma stavolta conciliare il ruolo di padre single con quello di reporter d'assalto sembra davvero un'impresa disperata: sì, perché c'è tutto un mondo che ruota intorno al delitto di via Maggio e le ipotesi che si affacciano sono sempre più inquietanti. Su tutte, l'ombra della massoneria, che in città è prospera e granitica da secoli. E l'inchiesta corre veloce in una Firenze improvvisamente gotica e oscura.

Io è un po' che con i gialli, i noir vado parecchio d'accordo. Fusco, Manzini, per certi versi anche la Gazzola, mi stanno conquistando. Mi diverto a leggerli ma soprattutto a cercare di capire cosa realmente succede in questi casi arzigogolati. Ora ne ho scoperto un altro, Gigi Paoli, al suo esordio come scrittore di romanzi ma giornalista proprio di cronaca giudiziaria da tempo. Ne Il rumore della pioggia lo troviamo in tutto e per tutto, figlia adolescente (nel romanzo una pre adolescente arguta e pungente) gatta nera e libri sparsi ovunque compresi, nel suo alter ego Carlo Alberto Marchi, giornalista di cronaca giudiziaria, appunto, per il Nuovo Giornale, storico quotidiano di Firenze. 
Prima di tutto mi è piaciuta l'ambientazione, una Firenze diversa, lontana dal mito turistico, più cupa e terrena, una Firenze colpita da giorni da una pioggia battente che sembra non finire. Non so perchè ma Firenze città non mi dava l'idea di luogo da noir, magari le sue campagne, i dintorni si (anche per i ben noti fatti degli anni passati), ma la città in se no. Invece funziona bene, per questa pioggia continua, per le stradine strette strette e anche per questo enorme Palazzo di Giustizia, più vicino ad una entità aliena che ad un luogo reale. Insomma Firenze perde un po' la sua bellezza mitica a favore però di una versione già tangibile.
Ma passiamo alla storia, o meglio al caso su Marchi, il colonnello Lion e il PM Mastrantonio si trovano a indagare. In via Maggio, in un Palazzo di proprietà della Curia, viene infatti trovato il cadavere del commesso di un noto negozio di antiquariato. Tante le ipotesi che presto si accavallano, la rapina, l'esecuzione, le messe nere, eppure è tutto molto strano. E' strano il modo in cui il corpo viene trovato, è strano che niente e nessuno abbiamo visto nulla, è strana la tempistica del delitto e strane sono le frequentazioni del morto. Marchi, da bravo giornalista qual è, spinto inoltre dai tagli di personale che sempre più spesso stanno facendo al giornale, inizia a scavare.
Come sempre parlare di un giallo/noir non è facile perchè non voglio rovinare la sorpresa e il gusto della lettura. L'indagine è veramente accattivante perchè si scoprono piano piano tanti piccoli indizi, ma soprattutto perchè seguiamo veramente il giornalista fare il suo lavoro, girare per i corridoi del terribile Palazzo di Giustizia, non per niente soprannominato Gotham, sfruttare le sue conoscenze e le sue amicizie, chiedere consiglio, seguire una pista dettata solo dall'intuito. Insomma scopriamo come si costruisce un articolo di giornale e come è veramente il suo lavoro. Tutto questo tramite un caso che ad un certo punto sembra semplice e risolto ma che in realtà manca ancora di un capitolo.
Quello che mi ha colpito molto è il personaggio di Carlo Marchi che cerca di viaggiare sul doppio binario delle sua vita privata e del suo lavoro. Donne starete pensando? No, una sola donna, Donata, sua figlia, praticamente abbandonata da un madre lontana e affidata ad un padre che cerca di farsi in quattro per non farle mai mancare nulla e che però deve convivere con il rimorso di vederla crescere a singhiozzo. Marchi sa fare il suo lavoro, è bravo, è corretto, sa fino dove può arrivare; sa fare anche il padre e lo fa bene solo che qui il terreno su cui si incammina è ben più accidentato, perchè la tenera bimba che a cinque anni si è trovato a crescere da solo ora sta crescendo, e si sentono nell'aria le prime avvisaglie: l'adolescenza sta arrivando e niente sarà più come prima! Ecco, quello che mi ha molto colpito di questo personaggio, e di riflesso dello stile dell'autore, è l'ironia che ha saputo metterci dentro. Niente di eccessivo o sbandierato, anzi, è un'ironia naturale e innata, che mi ha fatto entrare veramente in sintonia con il personaggio.
Secondo me il genere del giallo/noir non è per tutti, è un genere per il quale si deve aver pazienza, si deve entrare nella storia e soprattutto muoversi al suo interno stando accanto al protagonista. Questo vale anche per Il rumore della pioggia, un libro non lunghissimo ma che riesce a dare tanti spunti di riflessione e che saprà conquistare gli amanti del genere.

Voto


Alla prossima




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4 comments

  1. Laura, dopo Fusco non mi perdo più un tuo consiglio in materia quindi segno e spero di poterlo leggere presto. Come al solito ci ritrovo tutto quello che mi incuriosisce!

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    1. Eh Fusco è stata proprio una bellissima scoperta. Questo magari non è a quei livelli ma ... ci siamo quasi ;)

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  2. Tu non immagini neanche quanto Firenze possa diventare noir! Per il libro passo, ma la recensione è divina!

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  3. Ciao,
    concordo con Laura: la recensione è divina. A me i noir piacciono e mi hai molto invogliata e quindi, sì, lo leggerò!
    Grazie
    bacio Lea

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